Le Eolie, dove gli elementi primordiali terra, fuoco, acqua, aria hanno dato il meglio di sé. Nate dal connubio tra acqua e fuoco milioni di anni fa sembrano perle gettate da una mano divina in mezzo al mare, e lì rimaste per la gioia di viaggiatori avventurosi.
Sette isole come sette sorelle, ognuna con il suo fascino, ed è lì che decidiamo di andare, tralasciando le mete lontane cerchiamo il Paradiso dietro casa.
8 Luglio
Arrivo a LIPARI, al mattino al centro storico visita all’imponente ROCCA con alla sua sommità LA CATTEDRALE e persino una NECROPOLI GRECA. Al pomeriggio affittiamo i motorini e via a esplorare quest’isola modellata da ben dodici vulcani, la natura vulcanica è ben evidente nella costa nord orientale coperta da una vasta colata di POMICE, che crea un contrasto straordinario con il blu del mare. In località CANNETO ci fermiamo per il primo bagno in questo splendido mare, proseguiamo poi per la FORGIA VECCHIA con la sua colata di OSSIDIANA da qui a ACQUACALDA e QUATTROPANI con fermate varie ad ogni belvedere. Arriviamo ad una piccola chiesetta bianca, dove due signori del posto ci chiedono se vogliamo visitare la CRIPTA,rispondiamo tutti di sì, se non altro per cercare un po’ di refrigerio, mentre scendo la scaletta incrocio Angelina che pallida in volto esce precipitosamente, appena in fondo capisco perché; si è trovata davanti cumuli di teschi, ossa di ogni genere e anche praticamente due mummie, ci spiegano che intorno alla chiesa c’era un cimitero così hanno raccolto tutto in questa specie di ossario, non sarà stato un brivido di freddo, ma qualcuno il brivido l’ha avuto. Dopo una cena in trattoria ci ritiriamo a dormire a VILLA ROSA.
9 Luglio
Partiamo presto per VULCANO con la barca di capitan Roberto Foti, quella della barca è stata una scelta vincente di questo trekking, ci ha dato la possibilità di vedere gli angoli più nascosti di ogni isola, di fermarci nelle baie più belle per dei bagni fantastici, e ultimo di non dover sottostare agli orari dei traghetti e di poterci muovere in totale libertà. Intorno a LIPARI è possibile ammirare paesaggi lavorati nei millenni dal mare, una dopo l’altra si succedono profonde grotte, splendide spiagge, faraglioni, ampie baie, e selvagge rupi. Arriviamo a VULCANO e ci prepariamo per l’escursione che si rivela facile e piacevole nonostante il caldo. Dal punto di vista geologico VULCANO è una delle isole più recenti dell’arcipelago insieme a STROMBOLI che si è formata ancora più tardi. Il vulcano è ancora parzialmente attivo con fumarole e attività vulcaniche diverse, tipo fanghi e soffioni sottomarini. Dopo i bagni si torna in barca alla volta di FILICUDI da Ada Foti sorella di capitan Roberto, scendiamo dalla barca e scopriamo che il trekking non è finito, per arrivare a casa FOTI ci dobbiamo inerpicare ancora per mezz’ora su per una mulattiera (niente lamenti siamo venuti per questo) meno male che i bagagli vengono portati su in macchina. La cena si rivelerà la migliore di tutto il viaggio, all’unanimità la palma della vittoria va a Ada, per il tavolo preparato in un angolino con un visto mare stupendo, per le squisitezze tipicamente eoliane portate in tavola, solo a pensare a quel pane fatto con le sue mani mi viene l’acquolina in bocca. Dopo una bella serata il gruppo si va piano piano conoscendo, e devo dire che è un bel gruppo.
10 Luglio
Sveglia all’alba oggi escursione alla FOSSA DELLE FELCI, ci incamminiamo per una bella mulattiera che via via si trasforma in un sentiero abbastanza scosceso, il dislivello non è molto (773 metri) ma il caldo lo fa sembrare maggiore. FILICUDI, l’antica PHOENICUSA così detta per la sua vegetazione di felci, la sua vetta porta lo stesso nome di quella di SALINA Fossa delle Felci, le cime minori sono MONTAGNOLA (383 mt) e il TERRIONE (278 mt) tutte e tre furono sedi di vulcani. L’escursione si rivela abbastanza faticosa, anche perché sono la più vecchietta del gruppo. Ormai non vedo l’ora di salire in barca, per Giovanni e Rosanna non è così piacevole visto che soffrono di mal di mare, ma per me l’idea di un bel bagno e di prendere il sole con la barca che va è un bel premio dopo la fatica. Ci trasferiamo nel pomeriggio ad ALICUDI la selvaggia, piccola non ha strade solo mulattiere, chi arrivano ad Alicudi si immerge in una dimensione di vita altrove perduta, con pochi abitanti e senza turismo di massa essa conserva tutto il suo fascino naturale. Poche case abbarbicate sulla montagna, per arrivarci ci si affida ai propri piedi o ai simpatici asinelli che sono allevati sull’isola, e sopportano il peso di merci e bagagli dal porto alle case sparse sul pendio. Noi ci affidiamo ancora una volta ai propri piedi per arrivare al B&B ”LA MIMOSA” solo con lo stretto necessario per la notte, il grosso del bagaglio rimane in barca per non fare troppa fatica, ci sono state parecchie dimenticanze qualcuno gli spazzolini da denti qualcun altro le mutande, ma con l’aiuto degli amici tutto è stato superato.
11 Luglio
L’escursione di oggi arriva al FILO DELL’ARPA 675 metri dal livello del mare, ma visto che 150 mt li abbiamo già fatti saranno un po’ meno, l’ultimo pezzo di sentiero ci dicono sia molto sporco, infestato da rovi e cardi spinosi, Stefano si arma di roncola e decidono di partire, sono in pochi però oggi ci sono state alcune defezioni Ezio e Elena vanno a pescare con Roberto Foti, io e Rosanna ci fermiamo alla chiesetta di San Bartolo poi scendiamo al porto ad aspettare tutti. Poi in barca per il trasferimento a SALINA, arriviamo e alloggiamo “ A CANNATA” da SANTINO un posticino delizioso, subito ci inoltriamo nei vicoletti di LINGUA e troviamo ALFREDO dove si mangia il PANE CUNZATU e le GRANITE più buone delle isole, da provare quella al gelso oppure pesca e malvasia. SALINA è senz’altro la più verde delle Eolie, famosa per le sue piante di capperi e i suoi vigneti di malvasia, domina l’arcipelago con i suoi monti FOSSA DELLE FELCI e MONTE PORRO. Partono i duri per l’escursione, essendo il percorso abbastanza impegnativo (962 mt) per il gran caldo decido con Elena, Angelina e Rosanna di andare a S.MARINA a fare shopping, facciamo comunque sette km. tra andata e ritorno una bella passeggiata. I nostri compagni arrivano dal trekking in sella ai motorini affittati per fare il giro dell’isola nel pomeriggio, così dopo aver mangiato il famoso pane cunzatu di Alfredo si parte in direzione nord verso MALFA, una strada tutta tornanti e strapiombi, con viste mare strabilianti. Dopo una sosta d’obbligo alla “CASA DEL POSTINO” dove fu girato il film con TROISI scendiamo alla spiaggia di POLLARA, un anfiteatro naturale di roccia dove il mare ha mille sfumature, la vista che offre il belvedere merita da sola questo viaggio. Al rientro ancora una sosta da Alfredo per una rinfrescante granita, poi cena da Santino, la notte la passiamo ancora a SALINA.
12 Luglio
Si parte per STROMBOLI, il gruppo è ormai affiatato si ride si scherza, si fanno i bagni nelle calette che il nostro capitan Roberto conosce alla perfezione, in alcune grotte ci porta pure con la barca. L’isola di STROMBOLI è nota fin dall’antichità per il suo vulcano, di certo le sue esplosioni sono state uno dei fari più conosciuti per chiunque navigasse nel Tirreno, essa sorge da fondali che vanno da 1.100 a 1.200 metri, per cui l’altezza assoluta del cono è tra 2.100 e 2.200 metri. Al di sotto della cima si apre l’attuale cratere attivo, il primo approccio con il vulcano lo abbiamo dalla “ SCIARA DEL FUOCO” e IDDU come lo chiamano gli isolani non si fa attendere, si fa subito sentire con i suoi botti e sbuffi ad ogni botto una miriade di sassi incandescenti percorrono la sciara velocemente e si tuffano in mare. Proseguiamo poi per GINOSTRA un piccolo agglomerato di casette bianche con le imposte azzurre, rotte dal fucsia delle bounganville e dall’azzurro del mare, una piccola insenatura naturale è il suo minuscolo porto chiamato PERTUSO (buco). Si parte poi per STROMBOLI paese e il pomeriggio lo passiamo a visitarlo, e a fare i preparativi per la salita serale al vulcano. Alle 18.30 armati di casco, occhiali, mascherine e pile frontali affrontiamo la salita, sono circa 900 metri che facciamo in due ore e mezza, mano a mano che saliamo si fa buio ed è uno spettacolo vedere il serpentone variopinto di persone che si inerpicano sulla sommità, arrivati in cima ci si veste, casco occhiali, mascherina, ed anche la giacca a vento, infatti, tira un’aria gelida e molto umida, non siamo molto fortunati perché si è alzata la nebbia, aspettiamo comunque in religioso silenzio che “IDDU” parli, e lui non si fa attendere dopo dieci minuti di sbuffi e brontolii scoppia un botto da far accapponare la pelle, i botti si susseguono a intervalli regolari e ogni volta è un sussulto di paura. La nebbia non accenna a diminuire e perciò si decide di scendere, scendiamo dalla parte dei SABBIONI e arriviamo sotto coperti di cenere nera, è ormai quasi mezzanotte e il ristorante con cui aveva preso accordi Stefano è ormai chiuso, troviamo a stento chi ci fa una pizza, e passiamo la notte a “CASA LA PERGOLA”.
14 Luglio
La barca ci aspetta per l’ultimo spostamento, ci godiamo l’ultimo giorno. Passiamo vicino a STROMBOLICCHIO, l’isolotto è caratterizzato da ripide scogliere a picco sul mare, è piccolo e non abitato, alla sua sommità è posto un faro, secondo una leggenda tramandata tra gli abitanti di Stromboli sarebbe il tappo del vulcano lanciato in mare durante una violenta eruzione. Ci buttiamo in mare per l’ultimo bagno vicino a BASILUZZO un isolotto ora disabitato, ma interessante dal punto di vista archeologico, in tutta l’isola ci sono tracce di vestigia romane, edifici e mosaici. Passiamo poi vicino allo SCOGLIO DI BOTTARO da dove si sprigionano i soffioni sottomarini, il fenomeno è dovuto alla fuoriuscita di gas vulcanici dalla crosta terrestre, sono fenomeni comuni in tutte le zone vulcaniche e alle EOLIE ve ne sono un po’ dovunque, qui però i gorghi si trovano a quindici metri di profondità ed è pertanto facile osservarli. Sbarchiamo a PANAREA la più mondana delle EOLIE, è tra le isole una delle prime a essere abitata, e anche una delle più antiche dal punto di vista geologico. Bellissima CALA JUNCO si tratta di una stupenda piscina naturale di acqua trasparente dalle striature blu, verdie turchesi, ed era il porto naturale di CAPO MILAZZESE dove è stato trovato il più antico insediamento del neolitico. Un’ultima granita ed è giunto il momento di imbarcarsi. Un arrivederci ai compagni, mi auguro di ritrovarli presto in un altro viaggio fantastico come questo.
Testo di Angela Boeretto
Foto di Paolo Latella