2 Gennaio 2018. Abbiamo preso l’aereo Ryanair a Bergamo Orio alle 15.10 e siamo arrivati a Lanzarote alle 18.10 ora locale, un’ora in meno. Viaggio tranquillo e tempo buono. Taxi verso Puerto del Carmen (15€) 15 minuti. Arrivati alla reception degli appartamenti abbiamo aspettato 15 min perché era chiuso. Il ragazzo che è arrivato poco dopo ci ha dato tutte le informazioni per visitare l’isola. Passeggiatina serale sul lungomare e cena al Charro Mexicano (23€ in due) a base di burritos. A mezzanotte a letto.
È passata la prima giornata alla scoperta di Lanzarote. La mattina a passeggiare per il lunghissimo lungomare di Puerto del Carmen (3km), prendere il sole e vedere qualche negozio. Ci sono molti turisti. Abbiamo visto le spiagge locali, Playa Grande e Playa Chica (più piccola e riparata) ma la brezza e fresca e l’acqua è decisamente fredda, anche se il sole picchia e la temperatura è di circa 20 gradi. È strano vedere i turisti soprattutto inglesi e irlandesi in maglietta e pantaloncini e invece i locali con felpe e giacchette: in fondo per loro è inverno! C’è anche qualche turista italiano, soprattutto lombardo/veneti. Ho sentito dire che qualcuno ci torna anche più volte l’anno, soprattutto gli anziani. A proposito di anziani, l’isola ne è piena e si vedono trascinarsi e deambulare a stento, mostrando spesso pance indescrivibili, pelle cadente e altre oscenità. Molti di loro sono qui per svernare o per trascorrere l’età della pensione. Un discorso a parte meritano coloro che sono venuti qui a lavorare o a “meditare”, lasciando la loro patria e la famiglia.
4 gennaio 2018 giovedì 11:00 – Calle Arpón, 9, 35510 Tías, Las Palmas, Spagna | 18°C
Troppo sole ieri! Mi è venuto mal di gola. Cercheremo di sopravvivere. Stiamo aspettando che ci consegnino l’auto alle 11. L’appartamento è comodo, i letti pure. C’è pure il salottino, una verandina e la cucina attrezzata. Mancano alcune cose come i detersivi e alcuni generi di prima necessità. Il tempo oggi è buono, sole pieno. Alle 11 in punto è arrivata la ragazza dell’agenzia con l’auto, una Seat Leon (al posto dellOpel Corsa prenotata). Bisogna dire che qui il noleggio è molto sbrigativo, non mi hanno chiesto neanche la patente e non hanno controllato eventuali danni esistenti. Sbrigate le formalità e pagato (149€ x 7g) partenza per Punta Papagajo. Visita alla bellissima spiaggia del Papagajo e a quelle adiacenti. Niente bagno. Il sole scotta ma c’è un vento fresco costante che fa sentire freddo. Ci sono alcuni nudisti che mettono in bella mostra le loro “cose”. La temperatura comunque è di circa 22 gradi. Angela non rinuncia a bagnarsi a metà non sapendo quale terribile destino la aspettasse.
Ci spostiamo quindi a “Los Charcones“, grandi pozze di acqua salmastra con avifauna, circondata da cumuli di lava. Facciamo qualche foto alle salinas adiacenti e ci spostiamo a “Los Hervideros” grandi rientranze all’interno della scogliera, dove le onde oceaniche si infrangono, al tramonto.
Il raffreddore non mi dà pace e qualche linea di febbre mi spinge a fare rientro per le 18.
Cena a casa a base di minestrone in busta, pomodoro e tonno e… buonanotte sperando nel domani, con l’aiuto della mia Aspirina.
5 gennaio 2018 venerdì 10:29 – Camino Pista Rural Ruta de los Volcanes, 35560 Tinajo, Las Palmas, Spagna | 13°C
Parco di Timanfaja. Siamo arrivati di prima mattina per evitare code. Giro in pullman di 40 minuti per le stradine, minuscoli nastri d’asfalto, intorno alle formazioni rocciose laviche. Al ritorno dimostrazioni di geotermia: la paglia che brucia a 1 metro di profondità, l’acqua che forma delle colonne di vapore, le patate che cuociono col calore della terra. Il tutto un po’ turistico. Abbiamo volutamente rinunciato alla passeggiata nel parco con i cammelli, povere bestie, siamo pur sempre viaggiatori responsabili! Raggiungiamo quindi il non lontano centro visite del Parco di Timanfaya. Spiegazioni scientifiche sui fenomeni vulcanici e proiezione di video in saletta cinema. Souvenir, sosta bagno e via.
5 gennaio 2018 venerdì 14:25 – Av. las Bajas, 7, 35558 Caleta de Famara, Las Palmas, Spagna | 18°C
Siamo a Caleta de Famara. Ci siamo fermati in un ristorantino sulla spiaggia, da dove guardiamo i surfisti ondeggiare sui flutti. Angela ha ordinato “lapas” molluschi e io insalata Canaria. Questa è una zona tipica per la presenza dei surfisti, in quanto le onde si formano al largo e proseguono fino a riva, per la verità non altissime. La spiaggia è segnalata dalle bandiere rosse e il paesino di Famara è pieno di negozietti che affittano mute e tavole per tutti i gusti. È una zona un po’ meno turistica.
Abbiamo quindi proseguito per raggiungere la Casa di César Manrique nel paese di Haria. Non siamo però entrati (era troppo tardi). Preferiamo andare alla fondazione Manrique in un altro giorno. Dicevano che Haria fosse molto bella. Noi l’abbiamo trovata un po’ anonima. C’è più verde, più palme rispetto al resto dell’isola ma null’altro. Il tempo è intanto diventato più instabile. E’ quasi il tramonto e decidiamo di andare a “El boschecillo“. Un posto magnifico, una terrazza a picco sul mare da dove ammirare la lontana spiaggia di Famara lambita dalle onde lunghe dell’oceano. Al tramonto la luce filtra tra le nubi e un’aria fredda ci colpisce impietosa. All’orizzonte parapendi e deltaplani e la sagoma dell’isola La Graziosa. Questo posto non è segnalato da nessuna parte, eppure merita più tempo per ammirare l’alta scogliera a strapiombo, i nidi degli uccelli, il blu intenso dell’oceano. Questo è il posto dove si respira l’anima selvaggia dell’isola (quella che ormai si è irrimediabilmente persa a causa del turismo invasivo).
6 gennaio 2018 sabato 13:58 – Calle Mirafondo, 210, 35510 Tías, Las Palmas, Spagna | 18°C
Oggi Angela ha la febbre a 38.2, fuori pioviggina è tutto fa presagire che staremo fermi un po’. Non si riesce a capire la causa della febbre perché la sintomatologia è vaga.
Tuttavia, con una botta di coraggio, ha deciso di uscire dal letto e provare a vedere qualcosa di nuovo. Speriamo bene… La febbre è altalenante. Nel pomeriggio andiamo alla Fondazione César Malrique. Per capire l’opera ed il pensiero dell’artista locale che ha inspirato tutte le principali attrazioni di Lanzarote. La Fondazione César Manrique è situata nella singolare e spettacolare dimora costruita dall’artista dopo il suo ritorno da New York, quando decise di stabilirsi definitivamente a Lanzarote. Ubicata nel mezzo di una colata di lava, originata dalle grandi eruzioni che colpirono l’isola tra il 1730 e il 1736, essa è la casa nella quale Manrique trascorse la maggior parte del tempo, essendo stata dimora dell’artista per venti anni, dal 1968 al 1988.
Al tramonto raggiungiamo il Mirador del Rio. Abbiamo raggiunto l’estrema punta nord dell’isola da dove si gode un panorama unico sul litorale e sull’isola di La Graziosa. Vento impetuoso e piuttosto freddo. Angela è rimasta dentro la struttura, opera di Manrique, con vetrate enormi e vista mozzafiato, per non prendere freddo, considerando la febbre che non l’abbandona. In questa situazione è inutile insistere e siamo tornati a casa alle 18.30 per consentire a Angela di andare a letto ( senza mangiare).
7 gennaio 2018 domenica 12:30 – Plaza San Francisco, 10, 35530 Teguise, Las Palmas, Spagna | 19°C
Come supponevo non era una banalità e i sintomi relativi erano troppo evidenti: mal di schiena, giramenti, mal di testa. La mattina cocciutamente decide di andare al mercato domenicale di Teguise. Purtroppo non abbiamo goduto di niente perché stava costantemente male e dopo mezz’ora siamo tornati a casa. Verso sera, dopo un’inutile tentativo di acquistare antibiotici in farmacia, siamo andati in una “casa della salud” dove, dopo mezz’ora di attesa, hanno visitato Angela, le hanno fatto una puntura antifebbrile e le hanno prescritto l’amoxicillina. Ritorno in farmacia per le medicine e in stanza per riposare. Prima di chiudere la giornata, disdico l’appartamento a Fuerteventura (penale 50€) perché la situazione non mi consente di rischiare e preferisco rimanere a Lanzarote fino alla fine della vacanza.
8 gennaio 2018 lunedì 12:30 – 35541 Haría, Provincia di Las Palmas, Spagna
Carmen e abbiamo prenotato al volo una stanza in un sito mistico-ecologico più a nord. Decidiamo quindi di andare a visitare il “Giardino di Cactus“. I giardini sono stati creati sotto la guida di César Manrique e ospitano oltre 10.000 piante grasse diverse, rendendoli così una delle più grandi collezioni di cactus del mondo. Nella zona centrale del giardino si trova un piccolo giardino acquatico ed un elegante caffè da dove si può ammirare l’intero panorama del giardino. Decidiamo quindi di concederci un buon pranzo e, consultata la Lonely, puntiamo sul tranquillo paesino di Arrieta dove ci attende il ristorante “El Charcon“. Ora ci concentriamo un po’ sul nostro appetito. Abbiamo ordinato la paella. Le porzioni sono abbondanti e non riusciamo neanche a finirla tutta…
Dopo una breve passeggiata sulla spiaggia andiamo a visitare il vicino “Los Jameos de agua“. Ideato anch’esso dall’artista del luogo César Manrique, Los Jameos del Agua riuniscono il rispetto per l’habitat dei piccoli granchi alle attività culturali. Accanto alla grotta che ospita queste creature c’è un giardino di palme con un lago artificiale e un museo dedicato ai vulcani. In questa grotta vulcanica è impossibile non rimanere contagiati dal suo ambiente tranquillo e quasi magico.
Raggiungiamo la nostra dimora per la notte, “El Cortijo Eco Finca“. Stanze in struttura bucolica, spartana, nel nulla. Tutto molto improvvisato gestito in stile comune. Abbiamo conosciuto Angela, una signora catalana con una gran voglia di parlare italiano. Il letto non mi ispira per niente e credo che dormirò vestito, se dormirò… In effetti il letto ha un gran buco nel centro e tutta la stanza ha un “odore” di acari che a Angela fa un gran piacere. Bisogna aggiungere che la casa è popolata anche da cani e gatti per cui…
Ceniamo con l’amica Angela che ci spiega (secondo il suo pensiero) la crisi politica catalana. Sorseggiando una tisana, accompagnata da un biscotto e tante chiacchiere, andiamo a dormire a… stomaco pressochè vuoto.
9 gennaio 2018 martedì 13:13 – LZ-204, Haría, Las Palmas, Spagna | 18°C
Siamo più o meno scappati dalla casa “comune”. Io ho fatto un breve trekking verso il vulcano “La corona” fermandomi ad una casa antica denominata “il castello“. Quindi breve visita al paese di Orsola, da dove partono i Ferryes per La Graziosa. Ora ci apprestiamo a visitare una cavità molto pittoresca, la “Cueva de Los Verdes“. Il giro completo dura 45 minuti, con guida (in spagnolo e inglese) e con sosta all’auditorium e sorpresa finale da non svelare. Le grotte e le gallerie si sono formate durante l’eruzione vulcanica del monte La Corona. Nel 1964 è stato preparato un percorso di vista lungo circa 2 km. Una buona illuminazione consente a questo monumento naturale di raggiungere effetti teatrali assai coinvolgenti.
La fame ci riporta ad Arrieta, questa volta, però, al ristorante “Amanacer” uno dei più famosi. Angela ha ordinato una “supa de pescado” e io una grigliata di pescato del giorno (me la ricorderò a lungo!). Arrieta è un paesino di pescatori molto tranquillo sul mare, che conserva un po’ i tratti originari dell’isola. Il luogo ideale per mangiare pesce fresco e fare 4 passi senza turisti chiassosi intorno.
Prima di chiudere la giornata decidiamo di visitare il Museo Lagomar, ovvero la casa di Omar Sharif prima che la perdesse a poker. Costo ingresso 6€.Tutti gli ingressi sono aumentati rispetto alla guida L.P. I turisti (tantissimi nell’isola) sono veramente spremuti al massimo. Chiaramente per i residenti i costi cambiano. Morale: è entrata solo Angela ed io scrivo queste parole per chi le leggerà. Poi Angela dirà che non valeva tanto la pena. A proposito, Angela si è ripresa, con qualche acciacco e con il pensiero della pillola ogni 8 ore.
La sera raggiungiamo Arrecife (la capitale) dove trascorreremo le successive 2 notti. Il navigatore (santo Google) ci porta a destinazione. Telefono alla proprietaria che dopo dieci minuti ci porta le chiavi di questo appartamento nel centro, arredatissimo, vicinissimo al lungomare e ad una spiaggia che a noi è sembrata molto bella, tranquilla e solitaria. Cena a casa a base di pesce (avanzo della precedente abbuffata), telegiornale spagnolo logorroico e ricco di gossip, un po’ di navigazione per capire cosa succede in Italia, qualche mail fastidiosa dall’ufficio e buonanotte.
10 gennaio 2018 mercoledì 11:12 – Calle Almte. Boado Endeiza, 5B, 35500 Arrecife, Las Palmas, Spagna | 18°C
Questa mattina ci siamo alzati più riposati. Questo appartamento ad Arrecife è comodo, c’è di tutto ed il letto matrimoniale è confortevole. Dopo colazione a base di latte, nescafe e “rinforzino” comprato nella pasticceria accanto, verso le 10 abbiamo fatto un giretto a piedi per il centro cittadino. Ad Arrecife si vede l’autentica realtà Canaria con i pregi ed i difetti. Un po’ di emarginazione, palazzoni grigi, gente che vive e lavora e non solo turisti, negozi di cose “reali” e non solo souvenir. Una città comunque godibile, con un bel lungomare e una bella spiaggia di sabbia dorata, con un mare tranquillo.
Oggi giornata dedicata alla zona vinicola di Geria. Neanche un’oretta di macchina a ritmi lenti e ci troviamo presso l’azienda vinicola “Il Grifo“, dove fa bella mostra un chiassoso gruppo italiano. Gli assaggi si pagano (anche cari) ma noi ci intrufoliamo nel gruppo e riusciamo a catturare un buon bicchiere di malvasia, dopo aver ascoltato da un esperto dell’azienda (rampante ragazzo italiano) un po di storia e cultura vinicola canaria. Tappa successiva l’azienda “El Rubicone” (consigliatissima), dove facciamo una degustazione di tre vini. Il migliore è la Malvasia semi-dolce, quindi quella secca.
Decidiamo di chiudere la giornata con un tramonto spettacolare presso la località denominata “El Golfo“, luogo ameno con un bellissimo lago verde accanto alla spiaggia. Al largo le onde lunghe e alte si rincorrono con il sole rosso all’orizzonte. Un luogo dove far “impazzire” la nostra Olympus, mai “spremuta” come in questo viaggio.
11 gennaio 2018 giovedì 09:20 – Calle Manolo Millares, 90, 35500 Arrecife, Las Palmas, Spagna | 14°C
Sveglia alle 7.30 per poter partire per Puerto del Carmen alle 9. Oggi dobbiamo restituire l’auto e passare l’ultimo giorno a Lanzarote. Giornata tranquilla passata a passeggiare per le stradine adiacenti al porto, una zona che avevamo trascurato nella parte iniziale del viaggio. Spuntino veloce a base di Tapas e sangria e poi sul pontile del porto a cogliere le ultime immagini diurne di questo paesino tanto, troppo turistico. La sera ceniamo alla “Cueva del pulpo“, ristorante italiano, dopo aver fatto una lunga camminata lungo il sentiero costiero da Puerto del Carmen a Puerto Calero (2 Km circa). Angela ha preso una margherita e io una pizza con “salami”, senza infamia e senza lode.
12 gennaio 2018 venerdì 09:56 – Aeropuerto de Lanzarote (ACE), 35500 Arrefice de Lanzarote, Las Palmas, Spagna | 13°C
Aeroporto di Lanzarote. Ci siamo svegliati alle 7 per fare le cose comodamente. Abbiamo il taxi prenotato per le 8. Sistemiamo le ultime cose nella stanzetta della pensione Magec (pulita e abbastanza confortevole) e alle 8 in punto il taxi viene a prenderci. Siamo in buon anticipo e cerchiamo in aeroporto qualche ultimo oggetto da regalare ma c’è poca roba veramente. Alle 9.40 ci imbarchiamo. By by Lanzarote.
Alcune riflessioni finali
E’ stata un’esperienza positiva. Ogni viaggio di scoperta lo è, al di la dei piccoli malanni ed inconvenienti. Eravamo gia stati alle Canarie, a Tenerife, in viaggio di nozze, molto, molto tempo fa. Lanzarote è un’isola a parte, dove la natura splendida si è fatta arte grazie all’opera del suo cittadino illustre Cesar Manrique. Purtroppo la sua morte nel 1992 ha accellerato il veloce ed inarrestabile processo di cementificazione selvaggia delle coste, di accaparramento delle risorse turistiche da parte di multinazionali straniere e, in generale, di allontanamento dai valori che avevano illuminato la vita dell’artista: la natura come massima espressione dell’arte e della creatività.
Oggi, nonostante il turismo di massa, favorito dai voli charter da 50 Euro a tratta, che riempie l’isola per 12 mesi l’anno, ancora si riesce ad intravedere in alcune località e nei parchi protetti, la bellezza e la grande suggestione dei paesaggi vulcanici, dei cieli stellati e dell’impetuoso e maestoso oceano.