Un viaggio straordinario, impegnativo sia nella sua realizzazione che nel viverlo. Le prime due settimane sono faticose, dure, da veri viaggiatori, mentre l'ultima parte del viaggio da Lombok, alle Gili a Kuta, è decisamente molto più easy, più da turisti. È un viaggio variegato, ogni giorno differente, anzi sono una serie di viaggi all’interno dell’unico grande contenitore, l’Indonesia.

Bhinneka Tunggal Ika "Unità nella diversità", è il motto nazionale dell’Indonesia ed è una costante in tutto il viaggio. Il viaggio è sensazionale,sonda un'esperienza totale nell'Indonesia così differente da isola a isola: la selvaggia, dura, verdissima, tropicale e bellissima Flores, la cruda Sumbawa, la bizzarra Lombok, metà musulmana, ferrea, e l'altra metà godereccia, così aperta verso i turisti, con cene a base di aragoste gustosissime e poi le Gili, la Trawalgan, l'isola delle feste e la spiaggia spettacolare, vivissima di Kuta. Il viaggio è iniziato con la visita di Flores,l’isola montuosa,di origine vulcanica, l’isola dove predomina la religione cattolica accanto alle tradizioni indigene, l’isola che solo negli ultimi anni si sta aprendo ad accogliere i turisti e che quindi manca di strutture turistiche ricettive. Flores con i suoi alberghetti, alcuni decorosi a Riung, a Bajawa, altri molto, molto spartani a Moni, con il caratteristico bagno all’indonesiana: una grande vasca piena di acqua munita di un mestolo di plastica da dove attingere l’acqua per lavarsi.

videoDove è necessario portarsi la carta igienica che non è quasi mai presente nei servizi pubblici indonesiani. L’isola dalle strade disastrate, in continua costruzione, tempestate da buche, avvallamenti, mancanza di asfalto, che non consente grandi velocità,anzi e che rende i collegamenti tra i vari luoghi difficili ed eterni. Flores con la sua attrazione unica nella sua spettacolarità: il Kelimutu , tre laghi colorati situati in profondi crateri sulla sommità del vulcano. Flores con i suoi abitanti affabili, disponibili, gentili ed accoglienti.

Si lascia Flores ed inizia il secondo viaggio, la crociera in barca fa Flores a Lombok, visitando Rinca e Komodo: l’impatto con i draghi di Komodo è emozionante, liberi, grandi a Rinca enormi a Komodo.

sondaI draghi: una gigantesca lucertola (varano) appartenente ad una delle più antiche specie del mondo. Si parte, su una barca tipicamente Indonesiana, che a primo acchito la sensazione che mi/ci attraversa, ci sgomenta, più che una barca sembra una bagnarola, ma una volta che si sale tutto cambia, ha un sapore diverso e la barca diventa bellissima. Due grandi ponti dove vivere,condividere questo viaggio e tutto diventa comunitario ancora di più. Dove si abbandonano le comodità, i lussi, dove ci si ridimensiona alla natura, dove si diventa felici quando, dopo due giorni di navigazione, giunti al parco di Komodo, si va in bagno e si scopre un vero bagno con lavandini e water! Dove, il tubo dell’acqua accanto al water diventa un bene prezioso, un lusso e si trasforma in una piacevolissima doccia. E poi si risale sulla nostra barca, il bagno è una turca che da sull’oceano, ci si lava con l’acqua di mare, nelle cascate che si trovano nelle “pulau “ e con le due bottiglie di acqua minerale che ognuno di noi ha disposizione, il nostro equipaggio,formato da sei componenti è praticamente invisibile, nel senso che non hai mai fatto percepire la propria presenza in quanto molto discreti, sempre presenti nel cucinare, nel servirci, ma mai di intralcio nei nostri spazi.

Sempre puntuale nel prepararci le colazioni, i pranzi, le cene e quando potevano anche la merenda. Ci cucinavano riso, verdure, che dopo un po’ non ne potevamo più, il pesce che pescavano e quei poveri polli,sistemati in una gabbia, al di fuori della barca, ogni giorno un menù differente. Abilissimi marinai che solcavano l’oceano e che sono stati incredibilmente bravi e capaci durante la massacrante, pericolosa e passionale attraversata da Sumbawa a Lombok; onde alte quattro metri, l’oceano mosso, adirato e la nostra barca in balia della forza delle acque e noi aggrappati a tutto quello che capitava, attraversati da pensieri tremendi. La crociera che una volta terminata ci ha lasciato tutti con il mal di terra e con una sensazione di cullamento che è persistita per un bel po’. E si arriva a Labuan Lombok, il porto d’arrivo della barche, un luogo squallido, musulmano, quasi estremista, dove non è reperibile la birra, dove c’è un unico alberghetto decoroso ed un unico ristorantino, dove il canto ripetitivo, costante e frequente del muezzin riecheggia, dove non è consigliato passeggiare in solitudine, dove si viene letteralmente assaliti, inseguiti da centinaia di bambini che non sono abituati all’arrivo dei turisti.

sondaE si riparte, verso Sengiggi, che nonostante disti in linea d’aria solo ottanta chilometri, ci si impiega un paio di ore a raggiungerla. Percorriamo la via panoramica che costeggia l’imponente vulcano Gunung Rinjani che domina l’intera parte settentrionale dell’isola e ad arriviamo a Sengiggi, la principale località balneare di Lombok, distribuita lungo una serie di ampie insenature, che purtroppo però a causa del triste attentato del 2002 accaduta a Kuta, il suo turismo è stato monopolizzato dalle spiagge delle vicina Thailandia e dalle Gili. E qui noi posiamo gli abiti da viaggiatore e vestiamo quelli da turisti, bellissimi alberghi, dotati di tutti i confort, i tanto sognati cocktail ed aragosta e finalmente shopping! Nella settimane precedenti è stato praticamente mortificato lo shopping, in quanto sia a Flores che in crociera non c’è proprio nulla da acquistare, ma a Sengiggi tutto cambia e finalmente incominciamo a spendere i nostri soldi!

E poi le Gili. Gili Trawalgan, l’isola delle feste, la  raggiungiamo con le  barchette della Perama, che ci vengono a prendere in spiaggia, carichiamo i bagagli e si parte. Si arriva sulla spiaggia e sembra di essere in un altro mondo. Carichiamo i bagagli su carretti trainati da poveri cavalli e raggiungiamo il nostro alberghetto. Splendidi bungalow, con i bagni spettacolari, in pietra,con un giardino al loro interno, con solo una parte di tetto e la doccia,con acqua di mare, enorme con il pavimento di piccole pietre verdi originarie di Flores. Le più piccole Gili Air e Gili Meno sono invece più tranquille. Si riparte e dopo aver utilizzato una barchetta fino a Pandanam, un bus fino a Sengiggi, un’altra barchetta trasporta noi ed i bagagli sul ferry della Perama.  Raggiungiamo Kuta dopo circa un’ora e mezza di viaggio. E terminiamo il nostro viaggio a Ubud e Kuta, la località balneare più grande di tutta Bali. La spiaggia di Kuta è una vera e propria esperienza: scoperta dai surfisti australiani all'inizio degli anni '70, offre una vasta e movimentata spiaggia, onde per il surf e tramonti indimenticabili. Le strade di Kuta e della vicina Legian sono fiancheggiate da ristoranti, caffè, pub, boutique, discoteche, negozi di oggetti artistici e agenzia turistiche, tutti molto frequentati da turisti di ogni paese. E trascorriamo l’ultima sera, l’ultima cena a Jimbaran, una mezzaluna di sabbia bianca, che la sera viene invasa dai tavoli dei ristoranti, chili e chili di ottimo pesce, servito in riva al mare, musica, un esperienza piacevole, da non perdere, un altro aspetto di Bali, l’isola più accogliente di tutta l’Indonesia.

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Ci rimane nel cuore e nell’anima la sensazione di avere vissuto i molteplici aspetti di un Indonesia così differente da isola ad isola, così lontana, nonostante le isole, geograficamente parlando, siano davvero vicino. Riecheggia il motto Bhinneka Tunggal Ika "Unità nella diversità", che rappresenta, in un'unica frase, le molteplici differenze che vivono nello stesso arcipelago: la cattolicissima Flores, dove al suo interno coesistono i rituali ancestrali di Bajawa e la religione musulamana di Eden e Labuan Labuanbajo. Sumbawa e Lombok a prevalenza Islamica e Bali di religione Indu.

Testo: Simona Chiales - Tratto da "Avventure nel Mondo"

Fotografie di Paolo Latella e Angela La Face

Places and People

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